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"Le manine servono al Signore per sostenere il mondo, per questo non le hai. Ma Lui, ti aiuterà con le Sue ogni volta che ne avrai bisogno". Fu la tata a dire a Emmanuela, che aveva tre anni, la frase migliore per farle affrontare una vita difficile. E in quella frase c'era tanta verità. Emmanuela era nata nel 1970 in un villaggio dell'Uganda, priva degli arti superiori. Secondo usi e superstizioni del suo popolo, gli Acholi, avrebbe dovuto essere immediatamente soppressa tramite annegamento perché portatrice di sventure. Le mani di Dio, in questa occasione si materializzarono in quelle di suor Silvia Pivetta, una missionaria comboniana italiana giunta da poco a Kitgun. Questa la trasse dalla tinozza dove era stata annegata e le ridiede la vita con la respirazione bocca a bocca. Poi fu una lunga e durissima fuga tra giungla, campi profughi e chiesette sperdute, fino a quando una famiglia italiana non la adottò e le offrì un futuro degno.